Rose di Natale
Le rose di Natale disponibili dall'Avvento sono di una bellezza commovente. Abbelliscono gli esterni nonostante il gelo e la neve e fioriscono per tutto l'inverno.
I numerosi nomi della rosa di Natale e il loro significato
Rosa delle nevi, Elleboro nero, fiore di Natale, rosa di Cristo, rosa di Natale o rosa invernale:
tutti nomi che lasciano intuire quanto il fiore e le storie che lo accompagnano siano radicati nelle nostre tradizioni.
Le definizioni con «neve» e «inverno» alludono alla sua fioritura invernale,
mentre «Cristo» e «Natale» indicano la tradizione di coltivare le piante per le festività natalizie.
Ma si chiama anche Elleboro nero, nome che si riferisce al termine greco elleboros, formato da due parole «helein» (uccidere) e «bora» (nutrimento).
Questo nome è dovuto alle sostanze contenute nella pianta, la quale è altamente velenosa in tutte le sue parti, mentre il colore nero si riferisce al rizoma scuro. L’elleboro era conosciuto e utilizzato dagli antichi per le sue proprietà medicinali, i quali nonostante conoscessero la reale pericolosità della pianta ritenevano il decotto delle radici un valido rimedio alla pazzia. Le radici essiccate e polverizzate hanno una potente azione irritante, per cui un tempo venivano utilizzate per provocare gli starnuti. L’azione irritante,
narcotica e anestetica è dovuta all’elleborina, un glucoside, il cui effetto può essere talmente potente che in passato si riteneva avesse la proprietà di rendere invisibili le persone.
Rosa di Natale con antigelo integrato!
La rosa di Natale è una pianta perenne, rizomatosa, appartenente alla famiglie delle Ranuncolacee. Nel nostro
continente è presente nell’Europa centrale meridionale nonché nelle alpi calcaree meridionali e orientali. Cresce fino a un’altitudine di 1900 metri e in Svizzera la si trova in pochi posti.
Originariamente, la pianta proviene dal Sud-Est asiatico. Si ritiene che diverse specie rizomatose siano giunte in Europa dopo l’ultima era glaciale. Presumibilmente, nel corso dello sviluppo geologico, gli antenati dell’odierna rosa di Natale si diffusero lungo l’area mediterranea primordiale dal Sud-Est asiatico verso l’occidente.
Ciò spiegherebbe lo sviluppo della facoltà di ritardare o addirittura interrompere la fase di crescita e fioritura, a causa dei costanti sbalzi di temperatura. .
Le rose di Natale hanno conservato anche un’altra caratteristica risalente a quei tempi. Le piante dispongono infatti di un particolare meccanismo per proteggersi dai danni del gelo: sono in grado di accumulare acqua negli spazi intercellulari, evitando così la distruzione delle cellule della pianta causata dal ghiaccio.
Così, con il gelo i fiori e le foglie della rosa di Natale pendono verso il basso e sembrano appassiti, ma appena le temperature salgono si riprendono.
Che cosa hanno in comune le rose di Natale e i rospi?
Che cosa accomuna le rose di Natale a numerose specie di rospi? Il veleno.
Le rose di Natale contengono sostanze irritanti per la pelle e anche determinati tipi di rospi producono secreti velenosi.
Nel medioevo si riteneva che i rospi avessero assorbito il veleno dalle rose di Natale.
E questo fu anche il motivo per cui il botanico francese Antoine Laurent de Jussieu istituì la famiglia botanica delle Ranunculacee, di cui la rosa di Natale fa parte.
Non a caso la designazione Ranunculacee contiene la parola «rana» o «ranunculus» (piccola rana). Si tratta di una teoria basata su convinzioni popolari che nessuno è in grado di provare.
Tuttavia, grazie a moderni metodi d’analisi è stato scoperto che le sostanze irritanti delle rose di Natale e quelle secrete da alcuni rospi presentano una struttura chimica molto simile.
Quindi in questa stramba convinzione folcloristica sembra esservi un granello di verità. Occorre precisare che nonostante la rosa di Natale (come molte altre piante appartenenti alla famiglia delle Ranunculacee)
sia velenosa, i casi di avvelenamento – anche tra bambini e animali domestici – sono estremamente rari o addirittura sconosciuti.
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